Archive for the 'nuova destra' Category



25
Ott
08

I FASCISTI DENUNCIANO L’ATTORE ULDERICO PESCE

Indagato dalla Procura della Repubblica di Cosenza

L’apologia di fascismo in Italia non sussiste! E’ infatti stato regolarmente riconosciuto dalle Istituzioni italiane il Movimento politico nazionale “FASCISMO E LIBERTA'”.
In un momento storico delicato per gli equilibri di solidarietà, tolleranza e integrazione un ulteriore attacco al significato stesso della parola “libertà”.
Il 15 maggio 2005 a Matera, in occasione del Referendum popolare in favore della ricerca sulle cellule staminali, Ulderico Pesce, attore e regista lucano, è stato disturbato durante il suo intervento dall’arrivo di alcuni giovani che raccoglievano adesioni per un nuovo movimento di ispirazione fascista.
I promotori di questo “Movimento”, esponendo un tricolore sul quale primeggiava al centro un fascio littorio, si aggiravano in prossimità del palco distribuendo volantini promozionali circa il loro “credo” politico.
L’attore lucano, dopo ripetuti solleciti per cercare di allontanare questi “promotori autorizzati”, data la loro inopportuna intrusione, si è visto costretto ad abbandonare il palco.
In occasione del festival teatrale di Milano e del debutto dei suoi spettacoli presso il teatro “Sapzio Mil” di Sesto S. Giovanni (“Il Triangolo degli Schiavi”, “Storie di Scorie”, “Asso di Monnezza”), Pesce rende pubblico il suo dissenso su fatti di straordinaria importanza.
A distanza di alcuni anni, infatti, la Procura della Repubblica di Cosenza lo ha indagato per calunnie contro il movimento politico “FASCISMO E LIBERTA'” avvenute durante il comizio di Matera.
“Stiamo mandando avanti una petizione” spiega Pesce “per l’archiviazione dell’indagine. Inoltre in una lettera aperta al Presidente della Repubblica chiedo, assieme ai firmatari, come sia possibile che un movimento simile possa essere stato legittimato dallo stato”.
I promotori di “Fascismo e Libertà” hanno ormai invaso molte città d’Italia con manifesti affissi nei luoghi pubblici e proclami per ottenere nuove adesioni.
“Oggi, poiché è legale,” conclude l’attore “è diventato possibile pubblicizzare il fascismo!”
Ulderico Pesce invita tutti ad aderire alla sua petizione disponibile sul sito internet http://www.uldericopesce.com .
(Comunicato Stampa a cura di Valentina Bruno 339-3111154)

25
Ott
08

Roma, rinviati a giudizio 20 violenti dell’estrema destra

ROMA (Reuters) 24 ottobre

Il giudice di Roma, Marco Patarnello, ha rinviato a giudizio oggi 20 persone considerate esponenti dell’estrema destra romana, coinvolti in una lunga serie di episodi di violenza.I reati a vario titolo vanno dal danneggiamento a lesioni personali, dal saccheggio alla devastazione a violenza a pubblico ufficiale.
Lo scorso settembre, il pm di Roma Pietro Saviotti aveva chiesto il loro rinvio a giudizio.
Il processo inizierà il prossimo 5 febbraio davanti alla VII sezione collegiale del tribunale di Roma.
La serie di violenze, tra 2007 e febbraio 2008, comprendono un assalto a Villa Ada nel giugno 2007 dopo un concerto al quale avevano partecipato diversi giovani di sinistra, un’aggressione ad un gruppo di romeni e assalti a diversi locali.
L’episodio più grave, l’11 novembre 2007 era stato l’assalto a caserme delle forze dell’ordine a Roma, in seguito all’uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri, colpito da un agente in un Autogrill nei pressi di Arezzo.

25
Ott
08

Cassazione: eversive azioni contro centri sociali Custodia cautelare neofascisti Forza Nuova

CRO – Cassazione: incendiare centro sociale è attentato a democrazia

Cassazione: incendiare centro sociale è attentato a democrazia

Roma, 22 ott (Velino) – Un attentato incendiario contro un centro sociale è un atto di “eversione dell’ordine democratico”. La Cassazione ha confermato la contestazione della più pesante delle aggravanti ad un gruppo di esponenti di Forza Nuova che, nel novembre 2007, avrebbero tentato di dare fuoco ad un centro sociale del comune di Rimini occupato da iscritti alla “Sinistra antagonista”. I giudici della seconda sezione penale, con la sentenza 39504 depositata oggi, hanno respinto la tesi difensiva dei nove indagati confermando l’ordinanza del tribunale del riesame di Bologna secondo la quale le accuse “semplici” di tentato incendio doloso e tentato sequestro di persona devono essere aggravate dalle pene previste dalla legge del 1980 che prevede sanzioni più severe per una serie di reati quando “siano diretti a sovvertire l’ordine democratico o abbiano finalità di terrorismo”.A parere degli avvocati invece, che avevano presentato ricorso contro la decisione dei giudici del riesame che a loro volta avevano confermato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Bologna, “Forza Nuova” è un “gruppo politico costituito come un regolare partito” e perciò “non può essere equiparato a un gruppo eversivo, caratteristico di un’organizzazione clandestina”.

Una tesi che non ha convinto gli ermellini, secondo i quali il tentativo di dare fuoco al centro sociale, organizzato dai nove esponenti di Forza Nuova, che “prevedeva anche la necessità di immobilizzare il custode, da cui l’accusa di tentato sequestro di persona”, può essere considerato “una condotta posta in essere per sopraffare antagonisti politici e affermare la propria supremazia fondata sulla forza”. (segue)

L’interpretazione della legge data dai giudici del Palazzaccio è particolarmente rigorosa. Nelle motivazioni della sentenza hanno infatti sottolineato che anche un’azione non violenta può avere come obiettivo l’attentato alla democrazia. “Il significato di eversione dell’ordine democratico – scrivono i magistrati – non può limitarsi al solo concetto di azione politica violenta”, ma deve comprendere “ogni azione, violenta o non violenta, finalizzata all’eversione dell’ordine democratico”. A questo proposito spiegano che per “ordine democratico” bisogna intendere “il sistema dell’ordinamento costituzionale e i principi fondamentali come i diritti inviolabili sia del singolo, sia delle formazioni sociali”. Per questa ragione, conclude la Cassazione, “la neutralizzazione di antagonisti politici con metodi violenti come un tentativo di incendio e un tentativo di sequestro di persona, costituisce un’innegabile violazione dei principi democratici previsti dalla Carta costituzionale”.

(ror) 22 ott 2008 15:08

24
Ott
08

beata ignoranza vs Calamandrei

Piero CALAMANDREI. A difesa della scuola pubblica

Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma l’11 febbraio 1950 – pubblicato nella rivista Scuola democratica, 20 marzo 1950.

Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.

Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice di quelle di stato. E magari si danno premi, come ora vi dirò. O si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A quelle scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.

Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.

Tratto da «Internazionale» 762, 19-25 settembre 2008, p. 21.

21
Ott
08

Pavia: chiude Forza Nuova

Forza Nuova chiude la sezione pavese in Borgo Ticino: si tratta di un’ammissione di colpa e di un tentativo di anticipare la chiusura da parte della magistratura, per evitare di rendere conto dell’agguato premeditato. Soprattutto, si tratta della vittoria di tutta la Pavia antifascista che ha saputo mobilitarsi immediatamente, secondo le pratiche democratiche e non violente che da sempre la contraddistinguono, evitando, nonostante la legittima rabbia, di cedere alle provocazioni.


Mercoledì notte solo la nostra responsabile gestione della piazza ha evitato il peggio: oltre 200 giovani si sono subito autorganizzati in cordone: per permettere ad altrettanti di continuare la festa universitaria all’interno del CSA; per evitare ulteriori violenze fasciste; per impedire la fuga ai fascisti rinchiusisi nella loro sede di scappare, come già fatto da alcuni degli aggressori appena dopo l’agguato, approfittando di un furgone pronto all’uso.

E’ la città intera che li ha rifiutati: centinaia di giovani, magari intervenuti per la prima volta al Barattolo, sono rimasti, arrabbiati, indignati ma lucidi e determinati, in presidio fino alle 4.30 di mattina, hanno partecipato all’assemblea per la stesura dei comunicati fino alle 7 e si sono riprsentati il giorno dopo alle 18 per esigere la chiusura della sede.

Ringraziamo anche i numerosi che con la loro testimonianza hanno permesso che la verità emergesse senz’ombra di dubbio fin dagli istanti successivi all’aggressione.

Anche per rendere omaggio a questa forma di partecipazione e coraggio civile perseguiremo con ogni mezzo chiunque in questi giorni abbia diffuso menzogne tentando di coprire l’agguato fascista.

Attendiamo di vedere i risultati dell’indagine della magistratura e le prese di posizione delle istituzioni ma già sappiamo che, nella migliore delle ipotesi, non faranno altro che giungere alle conclusioni che andiamo ribadendo da sempre: forza nuova è un partito fascista e in quanto tale non può essergli concesso il minimo spazio di visibilità e agibilità politica.

Che i forzanuovisti si risparmino la fatica di cercare un’altra sede: la città continuerà a rifiutarli, ovunque troveranno lo stesso trattamento che centinaia di studenti e lavoratori pavesi gli hanno riservato i giorni scorsi.

Pavia ha finalmente conquistato una fondamentale vittoria: per la prima volta una città ha costetto alla chiusura una sede fascista. Da qui dobbiamo partire per ottenere lo scioglimento di Forza Nuova. Il giorno dopo l’aggrssione il segretario del partito, Roberto Fiore, dichiarava: “La Lega aveva fatto promesse e su queste si è giocata la vittoria elettorale. Promesse buttate al vento, semirinnegate, svuotate di ogni valore: i fucili li useremo noi” – Roma, 16 ott. (Apcom): parole che svelano oltre ogni ragionevole dubbio il progetto politico di Forza nuova: ricostituire il partito fascista e ritrascinare il paese nelle pagine più nere della sua storia.

Ribadiamo che l’obiettivo dell’agguato premeditato dell’altra sera era quello di intimidire i frequentatori del Barattolo che, con la propria partecipazione, promuovono quotidianamente un’idea di socialità basata sull’inclusione sociale e sul confronto tra le culture. Attività culturali e ludiche (dibattititi, cineforum, concerti), sportello d’assistenza ai migranti e doposcuola per i ragazzi migranti, corsi di italiano e di alfabetizzazione informatica. Queste sono le attività promosse da persone che rifiutano la semplicistica e sensazionalistica definizione di “antagonisti” non limitandosi a predicare ma praticando ogni giorno l’inclusione sociale, la difesa del territorio costruendo nuove forme del vivere comune.

In questi giorni abbiamo ricevuto attestati di solidarietà da molte parti: ben venga, ma adesso ci aspettiamo che la solidarietà si trasformi in atti concreti, a partire dal consiglio comunale di luendì sera durante al quale chiediamo di condananre quanto succeso e di riconoscere la reale natura di questi eventi: non si tratta di azioni criminali perpetrate da singoli individui, bensì l’applicazione materiale di una prassi politica storicamente ben definita, lo squadrismo, fondamento di un movimento politico ben definito, il fascismo.

La nostra solidarietà va anche ai borghigiani che hanno dovuto subire in questi giorni una decisa militarizzazione del quartiere.

Restano in tutto questo da chiarire alcuni punti oscuri, soprattutto sull’operato della questura: l’intervento è stato tardivo e la gestione della piazza mercoledì notte improntata alla provocazione ed alla minaccia: solo la fermezza e la lucidità dei manifestanti, prima e dopo l’arrivo di Polizia e Carabinieri, ha impedito che la situazione degenerasse.

Devono ancora spiegarci perché ai feriti è stato impedito di sporre denuncia in Pronto Soccorso, come normalmente avviene; perché, se c’era bisogno di salvaguardarli da eventuali altri aggressori a piede libero, sono stati invitati ad andare in questura autonomamente; perché vi sono stati trattenuti fino alle 9.30 della mattina seguente ascoltati semplicemente come persone informate dei fatti senza che gli fosse permesso sporgere finalmente denuncia; perché negli uffici della questura è permesso affiggere calendari e locandine fasciste.

Da oggi Pavia è tornata ad essere territorio liberato dalla presenza fascista: è una vittoria di tutto il movimento, della sua determinazione e fermezza; una vittoria che solo con la continua vigilanza antifascista potrà essere manenuta.

16
Ott
08

Aggressione fascista a Pavia

 Mercoledì 15 ottobre al CSA Barattolo di Pavia si è svolta una serata di musica
 e balli contro le ordinanze “anti-bivacco”, organizzata dal Collettivo
 Universitario Autonomo.
 Fin dall’inizio sono state segnalate davanti alla vicina sede di Forza Nuova
 continue intimidazioni nei confronti di quanti si stavano recando alla festa.I
provocatori sono presto passati dalle parole ai fatti: costoro hanno aggredito tre
giovani pavesi, colpendone al volto uno. Quattro persone sono sopraggiunte nel
tentativo di soccorrere il ragazzo ferito. Gli aggressori, dopo essersi armati di
spranghe, mazze chiodate e tirapugni recuperati all’interno della sede, si sono
scagliati con violenza contro gli amici dell’aggredito, colpendoli ripetutamente.
Le sette persone picchiate sono state trasportate al pronto soccorso: le prognosi
sono comprese tra i 3 e i 12 giorni. Al sopraggiungere dei partecipanti alla
serata, alcuni dei vigliacchi sono fuggiti a bordo di un’auto e di un furgone, altri
si sono barricati all’interno della sede di Forza Nuova. Nonostante la tempestiva
chiamata al 113, le forze dell’ordine si sono fermate a debita distanza, lasciando
passare troppo tempo prima di intervenire. Spontaneamente si è radunato un
cospicuo numero di persone in strada ad impedire la fuga degli aggressori nella
speranza di facilitarne l’arresto. Gli agenti di polizia, che si sono interposti tra i
manifestanti e l’ingresso della sede di Forza Nuova, hanno poi tentato di
disperdere la folla. Il fermo dei colpevoli è avvenuto dopo quattro ore di
estenuante trattativa, durante la quale gli agenti si sono mostrati più ostili verso
le persone accorse che verso gli aggressori forzanovisti.

Questo vile attacco è avvenuto premeditatamente, con il solo fine di intimidire
e allontanare i giovani universitari da uno spazio sociale, tra i pochi luoghi di
aggregazione e riflessione in città. A dimostrazione di tutto ciò vi sono la fuga
preparata ad hoc, le armi pronte all’uso e l’inusuale apertura della sede di Forza
Nuova.
Sottolineiamo che questa gravissima aggressione è stata preceduta nei mesi
passati da diverse altre, insieme ad atti intimidatori e danneggiamenti alla
struttura del CSA.
Ribadiamo la necessità di chiudere definitivamente tutte le sedi di
organizzazioni nazifasciste sul territorio pavese, nonché su quello italiano.
In questo particolare momento, in cui si parla tanto di “sicurezza” e di decoro
urbano, pare assurdo che si perseguano gli studenti e i migranti che si ritrovano
nelle aree cittadine, mentre vengono ignorate organizzazioni come Forza Nuova
che, invece, rappresentano il reale problema per l’incolumità di tutte le persone.

INVITIAMO TUTTI GLI ANTIFASCISTI AL PRESIDIO E
ALLA CONFERENZA STAMPA CHE SI TERRANNO OGGI
ALLE ORE 18 DI FRONTE ALLA SEDE DI FORZA NUOVA
A PAVIA in via dei Mille.

Collettivo Universitario Autonomo
Collettivo Co.r.s.a.ri.
Fattispazio
Studenti presenti alla serata

13
Ott
08

leggi ad personam

da Repubblica.it

ROMA – E adesso c’è un record anche per le leggi ad personam. Anzi: doppio record. Stessa persona come beneficiario e stesso governo. Sempre Berlusconi, of course. E con un “graziato” di tutto rispetto, Corrado Carnevale, la toga che fu nota come “l’ammazzasentenze”, per via dei processi di mafia che annullava dalla Suprema corte per vizi formali.

Che osò perfino dare del “cretino” a Giovanni Falcone, perché “certi morti io non li rispetto”. Ma Carnevale è nel cuore della destra. Gli fecero una leggina ad hoc nel 2003, per ripescarlo dalla pensione dov’era finito quale imputato in un processo per mafia, gliene rifanno una per consentirgli di concorrere all’unico incarico che desidera, il posto di primo presidente della Cassazione. Ci arriverà alla veneranda età di 80 anni, ci potrà restare fino ai suoi 83, anche se i colleghi vanno in pensione a 75. Appena ieri, a Taormina, davanti ai giovani avvocati, il Guardasigilli Alfano ha vantato i meriti del Csm perché “svecchia” i capi degli uffici. Ma per Carnevale, l’unico che si è vantato d’essere l’ispiratore della prima norma a suo favore, ben venga un’eccezione.

(continua sul sito Leggi ad personam tocca a Carnevale)

13
Ott
08

Quei filo-nazi partiti dal Nordest che dal 2003 assediano la Nazionale

I violenti della notte di Sofia erano stati segnalati
come “organici a formazioni di estrema destra”

di CARLO BONINI

ROMA – I cinque di Sofia, tra arrestati e “trattenuti come testimoni”, non  arrivano a trent’anni. Ventisette il più giovane, ventinove il più vecchio. Vivono  a Milano, Treviso, Como, Lucca, Napoli. Almeno due di loro negli archivi della  nostra polizia di Prevenzione erano già finiti. Non per fatti di stadio, ma perché  “segnalati come organici a formazioni di estrema destra”. Due profili che – a  dire di fonti diverse del Dipartimento di Pubblica sicurezza – sembrano redatti  con carta copiativa. “Neri da Curva”. Prodotti del vivaio dell’odio e  dell’intolleranza. Che ormai – soltanto a voler stare al rapporto presentato nel maggio scorso al Parlamento dal nostro Servizio interno (Aisi) – monopolizza da destra 63 delle 98 sigle in cui si articola la geografia ultras nel nostro Paese.

Eppure, nel palazzo del pallone, nelle sue periferie (l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive) e in almeno una delle componenti di governo (Alleanza nazionale), in molti, “indignati”, cadono (o fingono di cadere) dal pero. Come se la notte bulgara avesse rivelato una maligna metastasi di cui si ignorava l’esistenza. Come se “Ultras Italia” fosse un nuovo brand d’esportazione venuto alla luce per partenogenesi in qualche ignoto interstizio della nostra provincia nera. Insomma, il solito “cesto di mele marce”.

Non è così.

Le “pezze” con cui “Ultras Italia” annuncia negli stadi italiani ed europei la propria nascita portano la data del 2002-2003. E non è difficile riconoscerle. Sono stoffe tricolori appese alle gradinate, in cui è impresso con caratteri tipografici del Ventennio il nome della città che ne fa mostra come “testimonianza di italianità”. Si comincia con Verona, Udine, Padova, Trieste, che è poi il quadrilatero nero in cui il grumo si addensa, si manifesta e trova al suo interno ragioni sufficienti a un lavoro di proselitismo.

“In quella fase – racconta un qualificato funzionario di Polizia che da anni fa parte delle ‘squadre tifo’ che seguono la nostra nazionale – contavamo non più di una cinquantina di elementi. Per lo più del nord-est, che scommettevano sulla possibilità di creare una struttura agile, visibile e in grado di affermare una raggiunta egemonia politica di destra nelle curve del Paese”.

Del resto, il Triveneto non è luogo geograficamente neutro. Il “Fronte Veneto Skin” e “Forza Nuova” sono la ruota dentata xenofoba in cui si incastra una nuova geografia politica e sociale, di cui, ogni domenica, le curve sono lo specchio. A Verona, dopo lo scioglimento delle “Brigate Gialloblù”, i nuovi padroni sono i neri di “Verona front” e “Gioventù scaligera”. A Trieste, gli “Ultras Triestina” si imbandierano nei vessilli imperiali austro-ungarici. A Udine, gli “Hooligans Teddy Boys” e i “Nord Kaos” maneggiano ciarpame neonazista non diverso da quello degli “Hell’s Angel Ghetto” di Padova.

Il palcoscenico della Nazionale offre agli occhi di questo laboratorio nero tre indubbi pregi. E’ vergine, perché non ingombro in tutta la sua storia di sigle ultras. E’ mediaticamente sovraesposto. Si presta magnificamente alla semplificazione delle parole d’ordine e dei simboli con cui la destra xenofoba declina la sua “italianità”.

L’inno di Mameli intonato con il saluto romano, i bomber neri, le teste rasate, le croci celtiche, l’aquila nazista, le ss runiche sono già a Stoccarda e Varsavia nel 2003 ad accompagnare la nostra Nazionale. Affacciano, ignorate dallo sguardo televisivo, in Portogallo, agli Europei del 2004. Fino a quando non si manifestano con violenza, a Palermo, nel 2005, durante un’Italia-Slovenia.

Gli “Ultras Italia” caricano gli sloveni a cinghiate al grido di “Tito Boia” e le “pezze” che di lì in avanti si trascinano dietro non parlano più soltanto il dialetto veneto. Si sono unite alla nuova giostra “Como”, “Busto Arsizio”, “Ravenna”, “Napoli”, “Reggio Calabria”, “Torre del Greco”, “Latina”, “Castelli Romani”, “Angri”, “Nocera Superiore”. I cinquanta degli inizi non sono più tali (a Sofia, sabato, se conteranno 144. A Larnaca, il 6 settembre scorso, erano in 150). Segnalando così come il “progetto”, seguendo una geografia dell’appartenenza politica, non soltanto abbia superato la linea gotica, ma sia riuscito nell’obiettivo di far coesistere grazie al suo collante squisitamente nero, tifoserie altrimenti divise da odi sanguinosi (come la veronese e la napoletana).

Ma al di fuori degli addetti, i fatti di Palermo non sembrano inquietare nessuno. Neanche quando – sono i primi mesi del 2006 – una delegazione di “Ultras Italia” partecipa in Austria ad un raduno a Braunau (città natale di Hitler), dove la feccia neonazista d’Europa (inglesi, spagnoli, francesi, tedeschi) si incontra per pianificare un Mondiale di Germania violento. “Ultras Italia” può tranquillamente continuare a far mostra delle sue “pezze” negli stadi del Mondiale e, nei due anni successivi, in quelli delle qualificazioni per gli Europei. Il saluto romano, per dirne una, allieta anche l’inno di Mameli intonato il 22 giugno di quest’anno a Vienna, dove l’Italia gioca la sua semifinale con la Spagna. Tranne gli osservatori della nostra polizia, nessuno, a quanto pare, vede o vuole vedere.

Il senso comune liquida la faccenda come “folclore”. Lo stesso che fa dire, oggi, al nuovo direttore dell’Osservatorio, Domenico Mazzilli (significativamente questore di Trieste fino a tre mesi fa) che, in fondo, “”Duce-Duce” a Sofia non è reato”. Che convince Giovanni Adami, 36 anni, avvocato di Udine, legale dei 5 fermati, tra i sostenitori del progetto “Ultras Italia”, a pronunciare su questa storia una parola “definitiva”: “La verità è che gli aggrediti siamo noi, gli italiani”.

09
Ott
08

Teramo: Scontri alla festa di casapound

TERAMO, 4 OTTOBRE
Quattordici persone arrestate e due denunciate per rissa aggravata, tutte di età  compresa tra i 25 e i 35 anni: è il bilancio di uno scontro avvenuto la scorsa notte in  pieno centro storico a Teramo tra giovani di estrema destra e giovani antifascisti dei  gruppi ultras e non sedato dall’intervento congiunto di polizia e Carabinieri. La rissa è  scoppiata all’esterno di un bar dove si era tenuta una festa di un gruppo di giovani, provenienti anche da altre regioni, riunitisi per raccogliere adesioni al gruppo vicino all’area dell’estrema destra di «Casa Pound» [N.d.A. per un aperitivo, una cena e per partire alla volta di milano in nottata]. La riunione, autorizzata dalla Questura, si era tenuta regolarmente senza incidenti, ma alla sua conclusione un gruppo di giovani con i volti coperti armati di tubi di ferro, spranghe e borchie delle cinte dei pantaloni, ha assaltato il locale e aggredito i partecipanti scatenando la rissa. L’intervento delle forze dell’ordine, richiesto dai numerosi testimoni, ha permesso di sedare gli incidenti e di individuare ed arrestare i partecipanti. Si tratta di cinque teramani, già conosciuti per episodi analoghi, sette pescaresi e due pugliesi di Manduria (Taranto)

07
Ott
08

Lettera aperta dei migranti ai cittadini di Pianura

 

Ai cittadini di Pianura

Siamo immigrati e rifugiati che vivono in questo quartiere. Alcuni da molti anni, serenamente.
Lavoriamo duramente, nei cantieri e altrove, alzandoci alle 5 del mattino, spesso sfruttati e malpagati. Lo facciamo per sostenere le nostre famiglie, così come tanti altri meridionali, in un passato più o meno vicino, lo hanno fatto in Germania, nel Nord Italia, negli Stati Uniti.
Molti tra noi vivono in via dell’Avvenire. Case non adeguate a una vita dignitosa, ma pur sempre un tetto sulla testa. Questo perchè il comune di Napoli e la regione Campania non hanno costruito finora politiche di accoglienza adeguate, come sarebbe necessario. Perciò da anni conduciamo una lotta per migliorare la nostra situazione abitativa.

Noi non siamo certo legati alle pietre del cortile di via dell’Avvenire, né naturalmente vogliamo impedire che dei soldi stanziati per il centro storico di Pianura possano essere usati per la sua riqualificazione (altra cosa però sarebbe scoprire che chi ha guidato in queste settimane un’autentica aggressione contro di noi è mosso dall’interesse di dirottare questi soldi verso amici suoi…).
Difendiamo però il nostro diritto a una vita degna come tutti e quindi difendiamo le nostre case in via dell’Avvenire finchè non avremo trovato una solzione adeguata.
Quello che non è assolutamente accettabile è che qualcuno abbia utilizzato una qualunque motivazione per condurre una campagna di aggressione violenta e razzista contro di noi!
Ci hanno tagliato la luce, hanno sabotato i tubi dell’acqua (e nelle case abita anche una donna che ha appena partorito…), alcuni ragazzi sono stati vigliaccamente aggrediti a bastonate o a sassate mentre tornavano dal lavoro. Sui muri sono comparse scritte da Ku Klux Klan tipo “NEGRI MORTI”.
Alcune decine di persone hanno tentato di organizzare una vera e propria trappola per scacciarci dalle case mercoledì, durante la partita Napoli-Palermo. Li guidava un noto consigliere regionale di AN, Pietro Diodato, che già l’anno scorso aveva guidato un blitz anti-immigrati.
E questi atti continuano!
Questo non può essere accettato e riguarda tutti, non solo gli immigrati di via dell’Avvenire. Riguarda tutti i cittadini e gli uomini liberi di Pianura e di Napoli. Perchè quando si decide che l’esistenza di un altro uomo non ha valore, che può essere calpestata per il proprio interesse, allora domani può succedere a un altro e poi a un altro ancora… Lo possono fare anche a te che leggi questa lettera. Noi siamo in piazza oggi per dire a questa gente che “non abbiamo paura”!

Comunità immigrati di Pianura




a

aprile: 2024
L M M G V S D
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930