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MILANO. INIZIATIVA DI MOBILITAZIONE CONTRO L’APERTURA DEL CIRCOLO NEO-FASCISTA “CUORE NERO”

Milano – Sabato 6 Settembre, centri sociali e comitati di zona hanno dato vita ad un pomeriggio di mobilitazione contro la apertura di Cuore Nero con un presidio antifascista in Piazza Cimitero Maggiore angolo Viale Certosa.
Una iniziativa di liberazione di spazio pubblico metropolitano e contro l’intolleranza. Una giornata in cui molti hanno agito pubblicamente e in maniera decisa per ribadire che il quartiere e Milano non hanno bisogno di pestaggi xenofobi e nostalgici del ventennio, ma di energie in movimento e di libera-azione. Una bella giornata di sole e partecipazione a fronte di una scarsa cinquantina di loschi figuri, testa rapata e camicia nera, rintanati nel proprio nuovo covo.
Infatti nella stessa giornata di Sabato i neo-fascisti di Cuore Nero hanno “inaugurato”, come da programma, la loro nuova sede nei pressi di Via Pareto, zona Certosa. Un ennesimo tentativo, già altre volte “sfumato” di rialzare la testa, mascherando sotto la veste di centro culturale un circolo di teorizzazione di fascismo, razzismo, xenofobia. Un tentativo andato per ora in porto grazie ad alleanze più e meno ovvie e sopratutto alla “gentile concessione” del famigerato di un locale in cui rintanarsi.

In risposta a questo evento oltre 800 persone tra centri sociali, comitati, associazioni, attivisti e abitanti della zona e di Milano hanno dato vita ad una grande iniziativa pubblica in un piazza antifascista a poche centinaia di metri dal nuovo covo neo-fascista.
Un presidio antifascista rivolto a tutte e tutti coloro che pensano che spazi come questi non debbano e possano esistere, a Milano e da nessuna altra parte. Un presidio per parlare di antirazzismo e antifascismo, identità meticce, diritti e dignità.

Nel corso del pomeriggio : Le forze dell’ordine hanno provato a chiudere il presidio e perimetrare la piazza con cordoni e transenne. Da qui le richieste dei manifestanti di distanziarsi indietreggiando e la risposta spontanea e decisa del presidio che ha permesso di riconquistare l’intera piazza, facendo indietreggiate camionette e forze dell’ordine per alcune decine di metri.

La solita provocazione è arrivata puntuale come altre volte emblematicamente vestita di camicia nera e fazzoletto verde. Un consigliere di zona esponente della Lega ha infatti provato ad avvicinarsi alla piazza in evidente atteggiamento solidale nei confronti dei neo-fascisti ha invece offerto una immagine molto suggestiva che spiega meglio di tante parole le protezioni politiche che hanno permesso al “covo” di aprire.
L’ignoranza, l’uso della paura, l’uso distorto e xenofobo, la stigmatizzazione del diverso e del migrante sono strumenti utili al potere che riunisce neo-fascisti e camice-verdisti, in una città da anni amministrata da vicesindaci autoritari, lobby cielline e leghisti.
Chi predica l’autonomia, ma va a braccetto con i neofascisti, dovrebbe scrivere “capò a casa nostra”. Le collusioni di queste camicie verdi con quelle nere si basano proprio sulla comune consapevolezza che nulla più della paura è in grado di impedire l’autodeterminazione e il protagonismo delle persone, nulla più dell’odio identitario è in grado di inibire la capacità di leggere la realtà e ribellarsi.
Non è un caso che anche la Moratti, sempre pronta a marcare distanze se si parla di storia “passata”, si renda ben conto che non è invece il caso di contrastare questi semopre utili idioti del presente. Anche l’ecumenismo di chi governa in nome di appalti e cristianesimo ha bisogno dei “diversi” da colpire, punire e controllare.


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